Tanti sono i motivi validi che uniscono solidarietà e sport;
Per questi motivi il Servizio
Civile Universale “SPORTELLO SOLIDARIETÀ”
ne è promotore nel SETTORE e Area di Intervento:
EDUCAZIONE E PROMOZIONE
CULTURALE
07 – Educazione alla pace
11 – Sportelli Informa
10 - Interventi di animazione
sul territorio
03 – Animazione culturale verso
i giovani
06
– Educazione ai diritti del cittadino
GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO:
Il
progetto SPORTELLO SOLIDARIETÀ intende sensibilizzare i ragazzi alla pace
ed al rispetto reciproco, promuovendo una visione nell’altro, come un
soggetto che può contribuire all’arrichimento personale: si passa così dalla
cultura della tolleranza a quella della valorizzazione del diverso, andando
al di là della mera logica dell’accettazione dell’altro.
Tale
intento appare ancora più importante se considerato il periodo storico che si
sta vivendo, caratterizzato da imponenti flussi immigratori verso
l’Italia, da parte di persone che sfuggono dai conflitti e dalla povertà dei
Paesi natii.
In
questo si incarna lo spirito originario alla base del Servizio Civile e
dell’obiezione di coscienza, nata in alternativa al servizio militare,
con l’intendo di promuovere il valore della Non-Violenza.
L’afflusso
di stranieri ha generato e continua a generare squilibri nelle comunità
ospitanti, per cui lo “straniero” rischia di essere visto come un soggetto
diverso che ruba il lavoro, con usi e costumi strani, generando
così fenomeni di intolleranza e di rifiuto. Ciò si rileva anche in
contesti frequentati dai giovani, come le stesse scuole, a cui a questo punto
è richiesto un ruolo importante per favorire una cultura orientata alla
tolleranza, all’accettazione del diverso ed alla pace.
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Lo
sport come strumento per l’integrazione, Tra i tanti strumenti e canali predisposti
per una integrazione sociale , il più coinvolgente ed immediato: il mezzo
ludico/sportivo.
E
allora perché no, l’integrazione sociale tramite la pratica sportiva. Lo sport
e prima ancora l’attività ludica coinvolgono il gruppo in maniera naturale e
senza pregiudizi, stimolando la crescita dell’organizzazione e del singolo
individuo.
Lo
sport, quindi, può essere un veicolo di socializzazione e quindi di integrazione
sociale. Ciò si verifica, soprattutto, negli sport di squadra e comunque nelle
attività fatte in gruppo: esistono delle regole, sia quelle che riguardano il
gioco stesso (calcio, pallavolo, ecc.) che sono preesistenti, sia quelle che
riguardano la preparazione tecnica ed atletica, che ogni gruppo si dà liberamente,
tenendo conto della propria esperienza: in ambedue i casi queste regole
costituiscono un potente fattore per il ripristino ed il mantenimento
dell'esame di realtà.
Tale
esame di realtà si produce, fondamentalmente, attraverso il riconoscimento
dell'esistenza dell'Altro (compagno o avversario) di cui è necessario tenere
conto se si vogliono ottenere soddisfazioni, prima fra tutte il puro
divertimento, fino ad arrivare alla consapevolezza di «aver giocato bene»,
secondo le proprie possibilità, indipendentemente dal risultato.
E'
questa un'esperienza di socializzazione che quindi non deriva solo da fattori
generici (quali, ad esempio, il fatto che lo sport, come qualsiasi altra
attività, è un pretesto per frequentare altre persone, per uscire di casa,
ecc.) ma deriva da fattori più specifici quali quelli originati dalla
costituzione di un vero e proprio gruppo di lavoro che ha uno scopo da
raggiungere e che utilizza metodi e strumenti prefissati.
Dunque
è possibile vedere come, da una dimensione individuale, di recupero della
propria integrità e del proprio benessere personale, tramite lo strumento dello
sport, si può accedere ad una dimensione più ampia che permette una
(re-)integrazione sociale dove le esperienze (la fatica fisica, l'agonismo, la
tensione, le emozioni di gioia e di delusione, fino al risultato conclusivo di
sconfitta o di successo) vengono sempre condivise e mai subite, soprattutto
quelle negative, in solitudine.
Se si è vinto è anche merito
del singolo,se si è perso si potrà dividere il peso della delusione con i
compagni e riconoscere che gli altri, gli avversari, sono stati più bravi e
fortunati. Altro si potrebbe aggiungere su questo tema e tra le fasi più
importanti che vedremo dell’integrazione dobbiamo pensare anche allo sport
quale strumento di «Educazione alla pace » .
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