domenica 8 dicembre 2013

Comodato d'uso gratuito ai figli: come funziona il contratto anti-Imu

Per i figli in comodato d'uso gratutito può valere la 'prima casa'. L'ultima parola ai Comuni. Come si registra il contratto



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I Comuni potranno esentare dal pagamento della seconda rata Imu le case date in comodato d'uso gratuito ai figli. E' questa la buona notizia per i figli che vivono in case concesse dai genitori uso gratuito (o viceversa), emersa dallaconversione in legge del decreto 102.  
Ma attenzione: il dl Imu chiarisce che la facoltà dell'esenzione è competenza dei Comuni, quindi l'ultima parola spetterà alle amministrazioni locali, che potranno scegliere se esentare le abitazioni date in comodato nel limite di una per ogni contribuente, per i primi 500 euro di renditaoppure se il congiunto ha un reddito Isee inferiore a 15mila euro. Insomma, la patata bollente è nelle mani dei municipi, bisognerà capire quanti sindaci saranno disposti a rinunciare a una cospicua fetta di entrate.
Non è chiaro inoltre se questa regola sarà portata a regime con l'introduzione della Trise, a partire dal primo gennaio 2014. Ricordiamo infatti che laTasi, ovvero la componente sui servizi indivisibili della nuova service tax, costituisce unasostituzione dell’Imu per la prima casa e un’integrazione per le altre tipologie immobiliari.

In ogni caso, per determinare una locazione incomodato d'uso gratuito serve un contratto scritto e registrato, disciplinato dagli articoli dal 1803 al 1812 del Codice Civile.
 
IN COSA CONSISTE IL CONTRATTO DI COMODATO D'USO GRATUITO
Art.1803 - "Il comodato è il contratto col quale una parte consegna all'altra una cosa mobile o immobile, affinchè se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con l'obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta.
Il comodato è essenzialmente gratuito".

COME SI REGISTRA UN CONTRATTO DI COMODATO D'USO GRATUITO?
Un contratto di comodato d’uso può essere sottoscritto in forma verbale o scritta, ma in caso di immobili il contratto deve essere registrato in forma scritta. La registrazione si effettua presso un qualsiasi sportello dell’Agenzia delle Entrate, non necessariamente, presso l’ufficio competente del proprio domicilio fiscale.
Poiché non è prevista la registrazione telematica, è necessario seguire la seguente procedura:

1. versare tramite il modello F23 l’imposta di registro pari a € 168, indicando il codice tributo 109T;
2. recarsi presso l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate e presentare due copie del contratto firmate in originale;
3. presentare il modello 69 compilato relativo alla richiesta di registrazione. Il modello è disponibile presso gli uffici stessi delle entrate ed è possibile compilarlo direttamente all’atto della presentazione;
4. dotarsi di marche da bollo da € 16 da applicare sulle copie degli atti da registrare [e non € 14, 62 come precedentemente indicato - ringraziamo l'utente iudexsuspectus che ci ricordato dell'aumento della marca da bollo, ndr]. La data delle marche da bollo deve corrispondere a quella in cui è stato stipulato il contratto;
5. se il richiedente è un delegato delle parti, dovrà presentare fotocopia delle carte di identità del comodante o del comodatario che lo ha incaricato.

I Comuni dove si pagherà la seconda rata Imu

Dove si pagherà la seconda rata ImuLa pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 281 del 30 novembre 2013 del decreto-legge 30 novembre 2013 n. 133 (cliccare qui per leggerne il testo) – con il quale viene abolito il versamento della seconda rata Imu per l’abitazione principale, i terreni agricoli condotti direttamente ed i fabbricati rurali strumentali – non ha risolto il problema della Imposta Municipale Unica. Sono circa 3.000 i Comuni italiani che batteranno cassa per riscuotere una cifra totale che oscilla fra i 500 e gli 800 milioni di euro. Il termine per il pagamento è fissato al 16 gennaio 2014 (solo per la prima casa, però, perché per gli altri immobili resta valida la scadenza del 16 dicembre 2013).
Si tratta di tutti quei Comuni che hanno deliberato una aliquota superiore a quella base del 4 per mille. All’origine della ‘beffa’ c’è il problema del trasferimento dei fondi agli enti locali in questo periodo di crisi per le casse pubbliche; infatti, l’abolizione della seconda rata Imu è priva della totale e necessaria copertura finanziaria, alla quale dovranno provvedere parzialmente i contribuenti. Lo Stato si sarebbe impegnato a coprire il mancato gettito nella misura del 60%; il restante 40% sarà a carico dei Comuni e cioè dei cittadini. Secondo le prime stime, gli immobili interessati saranno quasi 3 milioni e mezzo, situati in numerose grandi città, come Milano, Bologna, Napoli, Genova e Verona.
Secondo la Cgia di Mestre, milioni di italiani saranno costretti a pagare tra i 71 ed i 104 euro in più, oltre alle possibili richieste originate dalla nuova Iuc, l’Imposta Unica Comunale introdotta con la legge di stabilità 2014, già approvata dal Senato ed in attesa della ratifica alla Camera. Come scrive la Cgia di Mestre, “per una abitazione di tipo civile (categoria catastale A2), con una rendita di poco superiore ai 621 euro (dato medio nazionale), l’aumento di aliquota di due punti si potrebbe tradurre in un aggravio complessivo di circa 209 euro”, per la maggior parte versato dallo Stato. “Per una abitazione di tipo economico (categoria catastale A3), con una rendita di 421 euro (dato medio nazionale), l’incremento di due punti dell’aliquota sulla prima casa – sempre secondo l’associazione di Mestre – si tradurrà in un aumento complessivo di 142 euro. Essendo solo la metà a carico del proprietario (in realtà, la quota dovrebbe essere del 40%, n.d.r.), quest’ultimo dovrà pagare 71 euro”.
Il ministro dell’economia, Fabrizio Saccomanni, ha spiegato che «L’importo della rata dell’Imu abolita è di 2,150 miliardi di euro, compresi gli immobili strumentali agricoli, e viene coperto essenzialmente con interventi sul sistema bancario, per una quota di un terzo con anticipi sull’imposizione del risparmio amministrato e due terzi con aumenti di anticipi su Ires e Irap, a fronte di un aumento delle aliquote che graverà solo per un anno sulle banche».
Come si legge in un articolo de Il Sole 24Ore, firmato da Gianni Trovati, anche chi non ha mai pagato l’Imu potrebbe essere costretto a versare il residuo della seconda rata entro il 16 gennaio 2014. “È il caso dei tanti contribuenti (cinque milioni in tutta Italia) che vivono in case di valore catastale medio-basso – si legge nell’articolo – Per loro, la detrazione fissa di 200 euro (e quella di 50 euro per ogni figlio convivente) era sufficiente ad azzerare l’imposta ad aliquota standard, ma non quella ad aliquota maggiorata”. Si spiega su Il Sole 24Ore: “Un appartamento da 50mila euro (secondo il Fisco, naturalmente) non paga nulla al 4 per mille (l’Imu ‘lorda’ sarebbe 200 euro, pari quindi alla detrazione fissa), ma dovrebbe versare 100 euro con l’aliquota al 6 per mille: di questi, 40 euro rimangono da pagare al contribuente, mentre gli altri 60 sono coperti dallo Stato”.
In base ai dati a disposizione del quotidiano economico, fino ad ora è stato calcolato in 2.375 il numero dei Comuni nei quali sarà pagata in parte la seconda rata Imu, perché le aliquote deliberate dalle amministrazioni locali nel 2012 o nel 2013 sono superiori al parametro standard del 4 per mille. Tuttavia, va tenuto presente che l’elenco potrebbe allungarsi, considerato che i Comuni avranno tempo fino al 5 dicembre (e non più fino al 9) per pubblicare le loro delibere e renderle efficaci in occasione del ‘saldo’ 2013.
Per sapere quanto dovrà sborsare, il contribuente dovrà calcolare l’Imu dovuta facendo riferimento prima all’aliquota maggiorata in vigore nel Comune e poi facendo riferimento all’aliquota standard del 4 per mille, sempre applicando i benefici concessi (200 euro di detrazione base, a cui si sommano 50 euro per ogni figlio convivente con meno di 26 anni). Dopo aver determinato la differenza fra i due importi, basterà calcolare il 40% della stessa differenza per conoscere l’importo da pagare.

domenica 1 dicembre 2013



Imu 2013 seconda casa, se data in uso ai figli la rata non si paga

Niente pagamento della seconda rata Imu 2013 per la seconda casa data in comodato d'uso gratuito ai propri figli

Esenzione Imu comodato uso ai figli: l’emendamento al D.L.

Buone notizie in tema di Imu per chi ha una casa concessa in comodato d’uso gratuito ai figli. I comuni potranno decidere se prevedere o meno l’esenzione Imu, della seconda rata in particolare, proprio per l’immobile dato in comodato d’uso gratuito ai figli che la usano come prima abitazione.

L’emendamento al decreto Imu-CIG

E’ passato con il sì della Commissione e il parere contrario del Governo che è stato battuto l’emendamento al decreto Imu che prevede l’esenzione Imu, a scelta dei comuni, per le abitazioni concesse in comodato dal soggetto passivo dell’imposta ai parenti in linea retta entro il primo grado, ma solo per una sola casa.

Esenzione Imu casa comodato uso ai figli: la scelta ai Comuni

Spetta ad ogni Comune definire i criteri e le modalità per l’applicazione dell’agevolazione, compreso il limite dell’indicatore della situazione economica equivalente (Isee)

La Camera ha approvato il decreto legge sull’Imu. Votato anche un emendamento in cui, fra l’altro, si prevede che i Comuni possono esentare dal pagamento Imu 2013 la seconda casa se questa è data dai proprietari in uso ai propri figli.
Esenzione, dunque, della seconda rataImu 2013 seconda casa per i proprietari che hanno dato un immobile in comodato d'uso gratuito ai propri figli. Questa novità è stata introdotta nel decreto legge sull'Imu varato dalla Camera con un emendamento presentato dalle commissioni competenti. Tale modifica è stata approvata dalla maggioranza dell'Aula della Camera con il parere contrario del governo. La copertura finanziaria di quest’operazione, che ammonta a 18,5 milioni di euro, arriverà da un taglio lineare ai ministeri.
Un’altra modifica al testo, voluta sempre dalle commissioni e passata con il voto del Movimento a 5 Stelle, di Sinistra Ecologia e Libertà e l’astensione della Lega, affida ai Prefetti la “graduazione programmata” del ricorso alla forza pubblica nell'esecuzione degli sfratti.
L'intero decreto legge sull’Imu, invece, è stato approvato con 326 voti a favore, 121 contrari e 20 sono stati gli astenuti. Contro hanno votato sempre M5S e Sel. Ad astenersi sono stati ancora una volta i deputati della Lega. Il decreto, prima di entrare in vigore, dovrà passare al vaglio del Senato. La sua eventuale approvazione dovrà avvenire in tempi brevissimi, giacché al 30 ottobre è prevista la scadenza per la conversione in legge. 
Altre novità di rilievo contenute nel decreto legge sono:

  • Abolizione del pagamento della prima rata Imu per la prima casa, inclusi Iacp e cooperative edilizie. Sono esclusi dall'esenzione i fabbricati di lusso come ville, castelli e altri fabbricati ritenuti di pregio.
  • Rifinanziamento della cassa integrazione in deroga con 500 milioni. 
  • Facilitazione dell’accesso ai mutui ipotecari agevolati per le famiglie numerose e/o con disabili. Garante di questo tipo di interventi sarà la Cassa depositi e prestiti.
  • Esenzione del pagamento dell'Imu per le case ancora da vendere; per gli immobili destinati alla ricerca scientifica; per gli alloggi sociali; per gli immobili posseduti da personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e dei Vigili del fuoco.
  • http://news.supermoney.eu/economia/2013/10/imu-2013-seconda-casa-se-data-in-uso-ai-figli-la-rata-non-si-paga-0035978.html